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Blog di Beppe Grillo
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Le dimissioni dell'imprenditore    permalink

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"Caro Beppe, sono un piccolo imprenditore in procinto di dare le dimissioni da me stesso. E' qualcosa che mi pesa, che mi pesa molto. Di notte sento un'oppressione sul petto come se qualcuno fosse seduto sopra di me. Ho una piccola società di servizi, 20 persone. O forse è più corretto dire che è la società che possiede me. Gli ho dedicato 12 ore al giorno per anni. Nei giorni festivi "solo" 4 o 5. Ho resistito fino ad ora un po' per orgoglio e per non mettere in mezzo alla strada una ventina di famiglie. E' dura guardare negli occhi qualcuno che ha cercato di costruire qualcosa insieme a te per anni e dirgli "E' finita!". Non ho mai avuto agevolazioni da questo Stato, ma solo controlli occhiuti, tasse, burocrazia. Ho sempre pagato con regolarità i miei fornitori, se ho sgarrato è stato di qualche settimana, forse un mese nei casi di necessità, ma lo Stato pretende che paghi l'Iva anticipata sulle fatture che emetto e che sono pagate a babbo morto, in qualche caso mai. E cosa puoi fare? Un'azione legale per una fattura non incassata? E quanto ti costa? Se tu hai un debito con lo Stato devi pagare pronta cassa, se invece lo Stato ha un debito con te puoi morire di fame o, come prospetta il ministro Passera, essere pagato con titoli di debito pubblico. Cosa ci faccio? Li do ai bambini per giocarci con le figurine? Pago i miei debiti con il debito dello Stato? I clienti ritardano i pagamenti di mesi, e li capisco. Le banche mi rifiutano un fido per coprire i costi di 2/3 mesi di attività nonostante abbia sempre chiuso i conti con un pareggio o un utile, non un granché ma sempre un utile. A che servono le banche se non supportano le imprese? Per me potrebbero chiudere. Da oltre un anno oltre all'imprenditore faccio quindi anche da banca. Non voglio indebitarmi con degli avvoltoi. Lascio qualunque emolumento mi spetti nella società. Così sono riuscito a pagare gli stipendi (puntualmente!) delle persone che lavorano con me. Mi sono accorto che vivevo come un automa per pagare le tasse al mio socio occulto, lo Stato. Mi sono accorto di lavorare senza remunerazione, in realtà mi finanziavo (!?) l'attività, e che per vivere divoravo il piccolo patrimonio che mi hanno lasciato i miei vecchi dopo una vita di lavoro. Mi sono accorto che passo con la mia famiglia solo ritagli di tempo e mai sereno, ma sempre preoccupato e nervoso per le scadenze, per i contratti. Non sono nato per fare l'eroe. Per ora chiudo la mia piccola azienda e chiedo scusa ai miei colleghi, li ho sempre considerati tali e non dipendenti. Un saluto". Massimiliano R.

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pubblicato il: 27/03/2012 - 14:00
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Giorgio Rossetto deve tornare a Bussoleno    permalink

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Se questa è giustizia.
"Giorgio è un No Tav arrestato il 26 gennaio. Per alcuni giorni è stato detenuto nel carcere delle Vallette di Torino. Da subito ha cercato di segnalare la drammatica situazione in cui versano gli istituti di pena, sovraffollati, sporchi, in cui anche i primari diritti riconosciuti per legge sono negati. Ci riferiscono che a causa della carenza di personale le ore di aria e socialità sono ridotte o soppresse in modo arbitrario dalla direzione. Giorgio non ha piegato la testa e dietro le mura ha continuato a battersi e a lottare. Per questo è stato trasferito in un altro carcere e punito. E' rinchiuso nella casa penale di Saluzzo in isolamento. Giorgio continua a scrivere e lottare. Grazie a una sua lettera abbiamo conosciuto la sua grave situazione. La sezione in cui si trova è composta da sole 6 celle ognuna con un cortile di 6 metri largo 2.80 circondato da mura alte 6 metri. In autunno, inverno e in buona parte della primavera non si vede nemmeno il passaggio di un raggio di sole. Ogni cella non comunica con le altre e i detenuti passano le ore di aria in questi cortili gabbia senza incrociare nessuno. Nella sezione accanto sono detenuti i mafiosi a regime del 41 bis. La direzione del carcere e i giudici non negano la situazione ma si giustificano con il sovraffolamento e la mancanza di fondi. Giorgio è uno di noi, è nato a Piossasco, non lontano, ma da anni la sua vita è qui, con i No Tav, a Bussoleno. Sempre presente in tutte le mobilitazioni, in prima fila, ma mai per apparire, generoso e pieno di energie. Siamo orgogliosi di sapere che continui a lottare nonostante le difficoltà ma pensiamo che questa situazione gravissima debba finire immediatamente. Giorgio come tutti gli altri No Tav è semplicemente indagato e la sua detenzione particolarmente rigida e in isolamento è assolutamente ingiustificata. Rivogliamo Giorgio libero subito, a Bussoleno dal quale è stato portato via il 26 gennaio. Con lui chiediamo anche la libertà per tutti gli altri No Tav da mesi incarcerati o sottoposti a misure restrittive." I cittadini e le cittadine di Bussoleno

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pubblicato il: 18/03/2012 - 21:25
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Stefania Craxi vietata ai minori    permalink

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Stefania Craxi dovrebbe essere vietata ai minori.
"Alla stazione di Bologna, ore 14, accompagno mio figlio che parte, è raggiante l'hanno chiamato per un lavoro! Anch'io sono contento, a vent'anni bisogna misurarsi con la vita! Ma il sorriso si spegne subito... in alto, sulle tre campate della stazione, campeggiano tre foto di Stefania Craxi, ripresa dieci anni fa, con alle spalle il simbolo dei " riformisti". Un messaggio elettorale sfacciato, offensivo per i cittadini perbene... complice (o mandante?) di Berlusconi, quel provincialotto pieno di soldi che è falllito come padre, marito ed amministratore pubblico, erede di un padre reo confesso, responsabile di un sistema e capo di una cricca che ha impestato di immoralità il germe italiano. Una domenica rovinata!". antonio silvestre

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pubblicato il: 19/03/2012 - 18:22
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I Grandi Predatori    permalink

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""Per pagare le tasse non basta più il reddito, si attaccano anche ai soldi risparmiati". Questo è il nocciolo. I parassiti (banche finanza politici) hanno spolpato lo spolpabile. Siamo arrivati al 55% di imposte dirette. Uno scalino in più e il lavoro non basterà neppure a pagare il cibo e la casa. E a questo punto verrà il bello. Perché finalmente ci si chiederà "Ma cosa lavoriamo a fare? Per morire di fame basta non fare nulla, perché lavorare 8 ore al giorno per lo stesso risultato?". E ALLORA SCOPPIERA' TUTTO, QUANDO I PARASSITI NON AVRANNO PIU' CHI PRODUCE, COSA MANGERANNO. SE IL CONTADINO NON COLTIVA LA TERRA; SE IL PANETTIERE NON FA PIU' IL PANE, come sopravviveranno se non ci sarà più nulla? Chi si è sempre arrangiato saprà come arrangiarsi, ma chi è sempre vissuto sulle spalle degli altri, come farà? I grandi predatori non si estinguono perchè uccisi, ma quando si estinguono le prede: semplicemente muoiono di fame." Patrizia B.

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pubblicato il: 26/03/2012 - 18:51
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Gemellaggio Israele - Iran    permalink
We love you
(1:56)
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Perché scoppi una guerra, è necessario un nemico da odiare. E' indispensabile che la macchina dei media manovrata dai governi crei il mostro. Israele deve odiare l'Iran, perché l'Iran odia Israele e la vuole distruggere. La parola alle armi. Lo dicono la TV, la stampa, i politici. Poi un padre, un israeliano scrive in Rete di amare ogni iraniano. Lui non ha intenzione di uccidere nessuno. Si può evitare una guerra con un appello dal web? Chissà. Per adesso, trentamila israeliani e iraniani si stanno scambiando messaggi e immagini di amicizia e rispetto impensabili solo settimana scorsa. Tutto è iniziato qualche giorno fa, con queste poche righe scritte da Ronny Edry di Tel Aviv.

"Ciao, sono Ronny. Ho 41 anni. Sono un padre, un progettista grafico, un insegnante, un cittadino di Israele. E ho bisogno del vostro aiuto. Ultimamente, nei telegiornali, sentiamo preannunciare una guerra. Enorme. I governi parlano di distruzione, autodifesa, come se questa guerra non avesse a che fare con noi. Tre giorni fa, ho pubblicato un poster su Facebook. Il messaggio era semplice: "Iraniani, non bombarderemo mai il vostro paese, vi amiamo". Accanto al poster ha aggiunto: "Al popolo iraniano, a ogni padre, madre, figlio, fratello e sorella. Perché ci sia un guerra tra di noi, è necessario che prima abbiamo paura l'uno dell'altro. Dobbiamo odiare. Io non ho paura di voi, non vi odio. Non vi conosco nemmeno. Nessun Iraniano mi ha mai fatto del male. Non ho nemmeno mai conosciuto un Iraniano … giusto uno a Parigi, in un museo. Un tipo simpatico. Qualche volta qui vedo un Iraniano in TV. Parla di una guerra. Sono certo che non rappresenta tutto il popolo iraniano. Se sentite qualcuno in TV parlare di un bombardamento su di voi … state certi che non sta rappresentando tutti noi. Non sono un rappresentante ufficiale del mio Paese. Ma conosco le strade della mia città, parlo ai miei vicini, i miei famigliari, i miei amici e a nome di tutte queste persone … vi vogliamo bene. Non abbiamo alcuna intenzione di farvi del male. Al contrario, ci piacerebbe incontrarvi, prendere un caffè assieme e parlare di sport. A tutti coloro che provano lo stesso, condividete questo messaggio e aiutatelo a raggiungere il popolo iraniano."
In ventiquattro ore hanno iniziato a condividere il poster su Facebook. Nel giro di quarantott'ore gli Iraniani hanno iniziato a rispondere ai poster e ricambiare il loro amore per noi. Centinaia di messaggi che dicevano Israeliani "vi amiamo anche noi". Il giorno dopo eravamo in TV, sui giornali, prova del fatto che il messaggio stava viaggiando. Velocissimo.
Ora vogliamo fare in modo che il messaggio giunga ovunque, non solo alla comunità di Facebook, ma a tutti. Questo è un messaggio da parte della gente, per la gente.
Quindi, per favore, non odiare e aiutaci a diffondere questo messaggio." Ronny Edry

> Aderisci anche tu alla campagna "We Love You"

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pubblicato il: 24/03/2012 - 13:00
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Paghe cinesi, tasse italiane    permalink

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"Forse proprio tu Beppe, anni fa dicesti che per risolvere il problema del lavoro e della crisi economica, bastava dare 1200 euro mensili ad un operaio cinese e mandare lì i nostri sindacalisti. Ebbene, il governo Italiano, la BCE etc... hanno fatto il contrario, ovvero: "Perchè non paghiamo i lavoratori europei (o almeno una parte di essi) come quelli cinesi?" Non dico come i cinesi ma come quelli di molti paesi dell'Est. Tutti i diritti conquistati dai nostri padri verranno spazzati via in pochi mesi, chi ha figli, mutui etc.. sarà costretto ad abbassare il capo e dire sì al padrone. Si prospetta una nuova schiavitù che per molti popoli della terra non è mai stata abolita, emigreremo come fanno adesso i popoli del terzo mondo. Toccheremo il fondo e poi si tornerà a vivere ma quanti di noi sopravviveranno nel frattempo?" andrea quattrini

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pubblicato il: 24/03/2012 - 22:02
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I talebani negli USA    permalink

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Un talebano ha massacrato 16 persone a Washington, tra cui molte donne e bambini. Il mullah Omar si è scusato con il popolo americano. Un combattente afgano ha bruciato alcune bibbie in Texas per spregio verso i suoi abitanti. Soldati musulmani hanno urinato sui cadaveri di un gruppo di marines. Uno di loro ha filmato tutto e lo ha messo in rete. Il presidente Obama è fuggito in motocicletta nel suo rifugio nelle Montagne Rocciose dopo l'invasione delle truppe afgane sostenute da alleati siriani, arabi e pachistani. Droni costruiti a Kabul hanno già fatto migliaia di vittime tra i civili a New York, Miami e San Francisco. L'ONU è al fianco delle truppe di liberazione islamiche che stanno addestrando civili americani agli ordini del nuovo presidente insediato dalle forze di liberazione, tal Hamid Karbush. Nel 2014 l'esercito talebano lascerà gli Stati Uniti, finalmente liberati dai fondamentalisti cristiani. Nel frattempo le coltivazioni di oppio e di marijuana fioriscono nell'Ohio e nel Vermont e il traffico illegale verso l'Europa è in costante aumento. La democrazia trionfa sempre.

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pubblicato il: 13/03/2012 - 22:13
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Monti, la Bocconi la chiama!    permalink

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Monti "Se il Paese attraverso le sue forze sociali e politiche non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data". Ecco, Rigor Montis, ci comunichi la data, ci faccia una sorpresa, la metta dentro l'Uovo di Pasqua, perché una cosa è certa, il Paese non è pronto per la sua macelleria sociale. Lei ha citato Andreotti "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia". Non si può dire che finora lei abbia tirato a campare, anzi. Si può affermare invece che abbia interpretato più che largamente il suo ruolo di tecnico mettendo in discussione l'articolo 18 senza nessuna autorità politica o popolare per farlo. Senza il consenso degli italiani, che sono più consapevoli e informati di quanto lei forse creda, il suo governo tirerà presto le cuoia. La Bocconi la chiama!

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pubblicato il: 26/03/2012 - 23:14
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Sostiene Tabucchi    permalink

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"Confesso di nutrire scarsa fiducia nelle forme in cui possa strutturarsi il csx: la nuova strategia. Prima sarebbe necessario cambiare gli strateghi, perché è ovvio che qualsiasi strategia assomiglierà agli strateghi che la concepiscono. Ma abbiamo visto che gli "strateghi" non hanno assolutamente intenzione di lasciare le leve di manovra, neppure dopo le sconfitte più clamorose (il che è segno che hanno un concetto curioso del ricambio democratico). Temo che per aspettare un cambio dovremo attenderne la sparizione per raggiunti limiti di età vivibile; il che, se Dio me la manda buona, significa praticamente aspettare la mia, visto che siamo della stessa generazione, anno più anno meno... La democrazia odierna mostra evidenti ed allarmanti scricchiolii. Ma avete mai sentito la sinistra italiana che si sia messa a ridiscutere seriamente la democrazia? Intendo i concetti portanti della democrazia, ciò che ne è o dovrebbe essere l’essenza: i diritti dei cittadini, le libertà, la distribuzione del potere, la distribuzione dei beni materiali, il diritto al lavoro, il controllo sui singoli e sulle masse eccetera. La sinistra sembra un piccolo gruppo di imprenditori interessati all’indice delle borse: gli unici problemi che la interessano sono la produzione, la competitività economica, come "far crescere il paese". "Far crescere il paese" è importante. Ma per chi? Per quali scopi? Per quale tipo di vita?". Antonio Tabucchi (segnalazione di viviana v., Bologna)

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pubblicato il: 25/03/2012 - 20:35
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Lisbona abbandona la Tav    permalink

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"Il governo portoghese, nella morsa dell'austerità, abbandona il faraonico progetto ferroviario dentro il quale è progettata la Torino-Lione. Che fine fa il Tav su scala europea? Il progetto era già stato sospeso nel giugno del 2011, ma ieri la Corte dei Conti lusitana ha messo la parola fine alla grande opera annullando il contratto per la tratta principale, 150 km tra Poceirao e la frontiera con la città spagnola di Badajoz. Un appalto per 1,4 miliardi di euro, aggiudicato nel 2010 dal precedente esecutivo socialista. Il ministero dell'Economia ha dato la priorità alle reti ferroviarie transeuropee per i trasporti merci dai porti di Dines e Aveiro per stimolare la competitività delle esportazioni portoghesi... Madrid e la Ue hanno fatto molte pressioni su Lisbona perché su quel versante sono a rischio 133 milioni di euro di fondi europei. "Sapevamo che in Portogallo tirava un’aria pessima per il progetto, e per la popolazione sotto l’austerity... Anche a Kiev, l’altro capolinea, d’altronde, non ne sanno quasi nulla. E’ più l’UE che premeva sul progetto. Sono infinite le prove che non serve a nulla quel corridoio", dice dalla Valsusa militarizzata, Nicoletta Dosio. Sarà interessante capire quali saranno le conseguenze sull’erario dell’annullamento per eventuali penali. Ma soprattutto le ricadute sulla compagine europea dove la decisione portoghese è considerata un "problema politico"... Ciò accade mentre i trasporti pubblici in Portogallo sono paralizzati dal secondo sciopero generale contro l’austerità del cosiddetto piano di salvataggio da 78 miliardi concordato con UE e FMI l’anno scorso. La metropolitana di Lisbona e i traghetti sul Tago sono fermi, treni e autobus circolano solo in servizio minimo." da ilmegafonoquotidiano.globalist.it (segnalazione di belzebù ^)

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pubblicato il: 25/03/2012 - 20:01
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